Una volta un re fece una festa e c'erano le principesse più belle del regno. Ma un soldato che faceva la guardia vide passare la figlia del re. Era la più bella di tutte e se ne innamorò subito. Ma che poteva fare un povero soldato a paragone con la figlia del re! Basta! Ma, finalmente, un giorno riuscì a incontrarla e le disse che non poteva più vivere senza di lei. E la principessa fu così impressionata del suo forte sentimento che disse al soldato: "Se saprai aspettare cento giorni e cento notti sotto il mio balcone, alla fine, io sarò tua!"
Ma, subito il soldato se ne andò là e aspettò un giorno, due giorni e dieci e poi venti. Ogni sera la principessa controllava dalla finestra ma quello non si muoveva mai. Con la pioggia, con il vento, con la neve era sempre là. Gli uccelli gli cacavano in testa e le api se lo mangiavano vivo ma lui non si muoveva. Dopo novanta notti era diventato tutto secco, bianco e gli scendevano le lacrime dagli occhi e non poteva trattenerle poiché non aveva più la forza nemmeno per dormire... mentre la principessa sempre lo guardava. E arrivati alla novantanovesima notte il soldato si alzò, si prese la sedia e se ne andò via.
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La madre di Salvatore, da anziana (Pupella Maggio) e Salvatore di Vita, da adulto (Jacques Perrin) | |
La fedeltà è una brutta cosa: se sei fedele, sei sempre solo. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
Non tornare più, non ci pensare mai a noi, non ti voltare, non scrivere. Non ti fare fottere dalla nostalgia, dimenticaci tutti. Se non resisti e torni indietro, non venirmi a trovare, non ti faccio entrare a casa mia. O' capisti? Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del Paradiso quando eri picciriddu. | |
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Salvatore di Vita, da adulto (Jacques Perrin) | |
Ora ho capito perché il soldato andò via proprio alla fine. Sì, bastava un'altra notte e la principessa sarebbe stata sua. Ma lei poteva anche non mantenere la sua promessa. Sarebbe stato terribile. Sarebbe morto. Così invece, almeno per novantanove notti, era vissuto nell'illusione che lei fosse li ad aspettarlo. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) e Salvatore, da bambino (Salvatore Cascio) | |
Io scelgo i miei amici per il loro aspetto e i miei nemici per la loro intelligenza. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) e Elena (Agnese Nano) | |
Figghia mia, figghia mia... Il fuoco diventa sempre cenere: anche l'amore più grande prima o poi finisce, e dopo arrivano altri amori, tanti... | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
Ora che ho perso la vista ci vedo di più | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
Vattinni chista è terra maligna! Fino a quando ci sei ti senti al centro del mondo, ti sembra che non cambia mai niente. Poi parti. Un anno due, e quanno torni è cambiato tutto: si rompe il filo. Non trovi chi volevi trovare. Le tue cose non ci sono più. Bisogna andare via per molto tempo, per moltssimi anni, per trovare, al ritorno, la tua gente, la terra unni si nato. Ma ora no, non è possibile. Ora tu sei più cieco di me. | |
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Salvatore, da adolescente (Marco Leonardi) e Alfredo (Philippe Noiret) | |
Mi hanno detto che non esci mai, e che non parli con nessuno. Perché? Sai com'è... Prima o poi arriva un tempo che parlare o stare muti è la stessa cosa. E allora è meglio starsi zitti. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
Ora che ho perso la vista ci vedo di più. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) e Salvatore, da adolescente (Marco Leonardi) | |
Non per levare merito al Signore, che il mondo l'ha fatto in due tre giorni... Io ci perdevo un po' più di tempo, ma certe cose modestamente a parte venivano meglio. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) e Salvatore, da adolescente (Marco Leonardi) | |
La vita non è come l'hai vista al cinematografo: la vita è più difficile. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
Il progresso... Sempre tardi arriva! | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
A vita non è come l'hai vista al cinematografo, a vita è cchiu difficili. Vattinni, tonnatinni a Roma! Tu si giovane, il mondo è tuo e io sugnu vecchiu: non voglio più sentirti parlare, vogghiu sentiri parrari di tia. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) e Salvatore, da bambino (Salvatore Cascio) e Salvatore, da adolescente (Marco Leonardi) | |
Ora che ho perso la vista ci vedo di più. | |
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Elena, da adulta (Brigitte Fossey) e Salvatore di Vita, da adulto (Jacques Perrin) | |
No, Salvatore, non c'è futuro: c'è solo il passato. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
"Facciamo così... queste pellicole sono tue, te le regalo... ma te le tengo io!" | |
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Elena (Agnese Nano) | |
"Forse abbiamo scoperto che il destino esiste veramente e si diverte a prendere in giro..." | |
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Salvatore di Vita, da adulto (Jacques Perrin) | |
"Anche se il tempo passava, e tutte le donne che incontravo, ho cercato solo te. Ho avuto fortuna nella mia carriera. Tanta fortuna, è vero; ma mi è sempre mancato qualcosa. Non avrei immaginato che tutto dovesse finire a causa dell'uomo che mi ha fatto da padre" | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
Ora che ho perso la vista ci vedo di più. | |
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Salvatore di Vita, da adulto (Jacques Perrin) | |
Quelli del Nord, sempre fortunati sono | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
Adesso che ho perso la vista, ci vedo di più. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
Ora che ho perso la vista ci vedo di più. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
Ora che ho perso la vista, ci vedo di più. | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
ora che ho perso la vista civedo di più | |
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Spaccafico (Enzo Cannavale) | |
"Io mi chiamo Spaccafico ma se mi girano i cog***oni vi spacco pure le corna!" | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
"Più è pesante l'uomo, più profonde sono le sue impronte" | |
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Alfredo (Philippe Noiret) | |
La folla non pensa | |
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